domenica 2 dicembre 2007

Stupro come arma da guerra.


(Dal sito de "La Radio Vaticana")

“Un’arma da guerra” utilizzata da tutti i gruppi attivi nell’est della Repubblica Democratica del Congo. E’ lo stupro, un dramma che, secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa, serve “a terrorizzare la popolazione o ad intimidirla”. Alla sistematicità della violenza sulle donne, definita “scioccante”, si aggiunge poi la mancanza di strutture sanitarie e psicologiche di sostegno adeguate.
Le regioni maggiormente interessate dal fenomeno – rende noto l’agenzia Misna – sono quelle del Nord e del Sud Kivu. In quest'ultima regione, da alcune settimane, è iniziata una vasta campagna di informazione: si stima, che nel solo ospedale Panzi di Bukavu, arrivino ogni giorno almeno 10 vittime di violenze sessuali.
Dal 2000, sono stati oltre 16 mila i casi di stupro registrati dalla struttura. Gli esperti ritengono si tratti solo della “punta di un iceberg”: le donne, vittime di violenze che si recano in ospedale per ricevere le dovute cure, sono infatti solo la minoranza. A frenarle è, spesso, il timore dello “stigma” sociale o, più semplicemente, l’assenza di strutture sanitarie. Molte donne restano, così, vittime invisibili.

(Nell'immagine la contestatissima pubblicità di Dolce & Gabbana che - secondo alcuni -indurrebbe alla violenza di gruppo)

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